lunedì 14 aprile 2014

14 aprile 2012, la morte di Piermario Morosini

Quel pomeriggio del 14 aprile 2012 a Pescara si giocava la partita di serie B tra il Pescara e il Livorno. Al 31° minuto, il centrocampista del Livorno, Piermario Morosini, si accasciò a terra. La situazione apparve subito grave, si tentò di rianimarlo. Le immagini ancor oggi sono drammatiche: Piermario cade, prova a rialzarsi, ma ancora cade, alcuni giocatori tentano di fermare il gioco, poi le manovre dei soccorritori e il volto sconvolto dei campagni di squadra e degli avversari resteranno impressi per sempre nella memoria di chi li ha visti.

Piermario aveva quasi 26 anni quando morì su quel campo. Giocatore professionista aveva militato in diverse squadre (giocando anche in A) tra cui Bologna, Vicenza, Udinese, Padova e Reggina. Aveva anche giocato nelle giovanili della nazionale italiana.
La vita di Piermario non era stata per nulla facile. Quando aveva 15 anni morì sua madre, due anni dopo, il padre. Restò solo con una fratello e una sorella, entrambi disabili. Il fratello nel 2004 si suicidò.
Il calcio, e con esso il successo, rappresentavano il riscatto, ottenuto con fatica e sacrificio, verso una vita che non era stata per niente generosa con lui.

La storia di Piermario è uno dei tanti drammi che hanno accompagnato la storia sport. La mente torna ad altre situazioni analoghe, di giovani stroncati nel pieno dello loro carriere, da Giuliano Taccola a Renato Curi, da Luciano Vendemini a Davide Ancilotto. Una storia che, purtroppo, si ripete.

L'autopsia dimostrò che Piermario aveva una rara malattia cardiaca.

Ecco il drammatico video della fine di Piermario

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