lunedì 9 settembre 2013

9 settembre 2001, l'assassinio di Ahmed Massoud, il "Leone del Panjshir"

Ahmed Massoud è stato un combattente afgano. Un uomo integro, amante della poesia e degli scacchi, che fu rispettato da tutti, anche dagli avversari. Combattè contro il regime imposto dai sovietici nel suo paese, dopo l'invasione del 1979 e successivamente, da mussulmano praticante, contro gli integralismi islamici, in particolare contro i Talebani.
Massoud, che era nato nel 1953, si era formato nelle scuole francesi afgane e nelle scuole mussulmane, studiando architettura al Politecnico di Kabul. Il suo sogno era un Afghanistan libero, indipendente e democratico.
I suoi guerriglieri (mujaheddin) diedero il filo da torcere ai sovietici che più volte tentarono di conquistare la roccaforte di Massoud nel Panjshir. Egli contribuì alla cacciata dei russi, divenendo per un breve periodo anche Ministro della Difesa (1992), ma dovette fare i conti con la grande litigiosità e animosità delle etnie afgane e con il crescente integralismo islamico (in particolare quelle guidate da Gulbuddin Hekmatyar, legato ai Pakistani e ancora oggi attivo).

Massoud fu ucciso il 9 settembre 2001, da due finti giornalisti marocchini (in realtà tunisini) che avevano una bomba nella telecamera. Si è sempre parlato di uomini al soldo della rete di Bin-Laden. E' sorprendente il fatto che la sua morte avvenne a due giorni dall'attentato alle Torri Gemelle (11 settembre) che porterà all'invasione americana dell'Afghanistan. Le relazioni tra questi due episodi sono sempre state rilegateai margini della storia.

In una delle sue ultime interviste ebbe a dire:
"I governi europei non capiscono che io non combatto solo per il mio Panshir, ma per bloccare l'espansione dell'integralismo islamico scatenato a Teheran da Khomeini. Ve ne accorgerete!"
Oggi, tardivamente, il mondo ha capito il suo messaggio.

Come scrive Michael Barry, Massoud era l'unico leader che aveva un disegno, un sogno per l'Afghanistan e che sarebbe stato importante (e per questo scomodo) dopo la cacciata dei Talebani.
 
Se volete approfondire la figura (purtroppo poco conosciuta) di Massoud, vi consiglio di partire dalla bella (ed emozionante) biografia di Michael Barry, Ponte delle Grazie, 2011 (ecco il link)


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