venerdì 26 dicembre 2014

26 dicembre 2004, un devastante tsunami in Oceano Indiano

Era da poco passato il Natale, quel 2004, quando alle 00.58 un violentissimo terremoto (magnitudo 9.3) colpì, a 30 km di profondità, l'Oceano Indiano a largo dell'Isola di Sumatra. Una zona altamente sismica, dove grandi terremoti si susseguono con una certa regolarità. Quel giorno però il terremoto (che in sé fece relativamente poche vittime) scatenò un maremoto (tsunami) di proporzioni inaudite.


Onde che raggiunsero anche i 27 metri si abbatterono, tra i 15 minuti e le 10 ore successive, in una vasta quantità di paesi tra il sud-est asiatico e l'Africa. L'Indonesia fu la più colpita in termini di vite umane (probabilmente oltre 200 mila), seguita da Sri Lanka (intorno ai 50 mila), dall'India (15 mila), Thailandia (7 mila), Somalia (300), Birmania e Maldive (un centinaio), Malaysia (70) e molti altri paesi africani (tra cui Kenya, Tanzania, Sudafrica, Madagascar e Seychelles).

Complessivamente oltre 230 mila morti ufficiali (ma, le stime portano ad oltre 300 mila), 500 mila feriti e 3-5 milioni di sfollati.

Questo immane disastro mise a nudo tutte le difficoltà (in quel luogo del pianeta, ma anche altrove) di fare prevenzione. Non vi erano sistemi di allarme o di evacuazione della popolazione che avrebbero permesso di ridurre, e di molto, il numero dei morti. Molti furono sorpresi sulle spiagge o nelle città e nei villaggi costieri, mentre svolgevano le normali attività quotidiane.

Ecco alcune sconvolgenti immagini raccolte in un video 

lunedì 15 dicembre 2014

15 dicembre 1969, quando Pinelli volò fuori dal balcone


La storia di Giuseppe Pinelli è una vicenda drammatica e allo stesso tempo complessa. La sera del 12 dicembre 1969, poche ore dopo lo scoppio della bomba in Piazza Fontana, l'anarchico Giuseppe Pinelli fu arrestato assieme ad altri 83 esponenti della sinistra estrema e dei gruppi anarchici. Il commissario di polizia Luigi Calabresi e il questore Guida, la matrice di quella strage, la prima in Italia, era anarchica.

Giuseppe Pinelli, ferroviere di 41 anni, era molto attivo nel circolo anarchico. Il 15 dicembre 1969, poco prima della mezzanotte, e dopo 3 giorni di fermo (illegale) in questura, volò giù dal quarto piano della Questura di Milano.

Il suo interrogatorio è condotto dal Commissario Luigi Calabresi, da altri quattro poliziotti e da un carabiniere. Pinelli vola giù dal balcone.

Il mondo della sinistra accusa la polizia di averlo spinto giù (la dinamica dell'incidente e perfino se il commissario Calabresi era nella stanza al momento della caduta non è mai stata chiarita).
Certo è che se nell'immediato il questore parlò di "suicidio come ammissione di colpa", in breve si apprese non solo che Pinelli era completamente estraneo alla vicenda, ma che il suo non fu un suicidio.
Nello stesso giorno fu anche arrestato Pietro Valpreda, un altro anarchico, la cui lunga vicenda giudiziaria si concluse con la totale estranietà ai fatti.

Nel 1975 un'indagine condotta dal Procuratore Gerardo D'Ambrosio (più noto negli anni '90 per Mani Pulite) concluse che quello di Pinelli fu un "malore attivo", ovvero un malore che gli fece perdere l'equilibrio. Insomma, un neologismo per non accertare la verità.

L'ultima vicenda di questa triste storia fu l'assassinio, nel 1972, di Luigi Calabresi ritenuto da molti il responsabile del volo di Pinelli.

La storia della Strage di Piazza Fontana, era solo invece, agli inizi.

Intervista del 2002 alla vedova di Pinelli


venerdì 12 dicembre 2014

12 dicembre 1969: Piazza Fontana

Sono le 16.35 del 12 dicembre 1969 a Milano, quando in Piazza Fontana, presso la Banca Nazionale dell'Agricoltura, aperta a quell'ora per consentire le contrattazioni della Fiera agricola, un potente ordigno esplode. 17 morti (13 subito, l'ultimo dopo un anno) e 86 feriti.

Un’altra bomba è trovata, alle 16.25, presso Banca Commerciale in Piazza della Scala.  Altre 3 esplodono a Roma – alle 16.55 presso la Banca Nazionale del Lavoro Via Veneto (14 feriti), alle 17.22 presso l'Altare della Patria (4 feriti) e alle 17.32 ancora all'Altare della Patria (nessun ferito).

Quel giorno segna anche l'inizio in Italia di quella che poco dopo sarà denominata la strategia della tensione. Certo vi erano state delle avvisaglie, importanti.

Il clima era teso. Nel maggio 1967 si era scoperto che nel 1964 l'Italia era stata vicina ad un colpo di stato (Piano Solo). Già dal 1960, con i fatti di Reggio Emilia, e successivamente con gli scontri nelle Università l'aria che si respirava era di scontro. Da un parte studenti, lavoratori e forze politiche si sinistra e dall'altra eredi del Partito Fascista, forze dell'ordine e servizi segreti. Nel 1966, con la morte di Paolo Rossi, vi era stato il primo morto negli scontri tra studenti. Nel 1968 vi furono poi gli scontri di Valle Giulia.
Ma, la cosa che aveva fatto cambiare il clima in Italia, era stato il colpo di stato dei colonelli in Grecia (21 aprile 1967)

Da quel momento, Portogallo, Spagna e Grecia erano nelle mani dei militari fascisti e secondo alcuni, mancava solo l'Italia, a chiudere un quadro che avrebbe cambiato la geopolitica del Mediterraneo, in piena guerra fredda.


Il Questore Marcello Guida e Commissario Luigi Calabresi (sarà ucciso nel 1972) si lanciano a capofitto, nelle prime ore dopo la strage sulla pista anarchica, viene fermato e accusato di strage Giuseppe Pinelli (morirà misteriosamente tre giorni dopo) e poi Pietro Valpreda.

Dopo 45 anni anni di inchieste, processi, occultamento di prove, omicidi e depistaggi, la verità su Piazza Fontana non esiste.

Si è certi che:

- non furono gli anarchici (assolti tutti);
- che i responsabili appartenevano all'area neofascista (sebbene nessuno è stato condannato in via definitiva);
- che i neofascisti  godevano di complicità degli apparati militari e dei servizi segreti;
- che fu fatto di tutto per depistare le indagini e impedire di giungere alla verità;
- che lo scopo era destabilizzare il paese e consegnarlo (attraverso un regime di emergenza), nelle mani dei militari fascisti;
- che l' obiettivo era fermare l'ascesa del partito comunista italiano (e i genere della sinistra);
- che la storia del nostro paese, da quel giorno, è stata per sempre cambiata;
- che la verità non sarà mai nota.


Ecco il link al racconto su Piazza Fontana di Carlo Lucarelli 
Da segnalare il fim del 2012 di Marco Tullio Giordana, "Romanzo di una strage"



martedì 9 dicembre 2014

9 dicembre 1979, dichiarato eradicato il vaiolo

« Dopo aver considerato lo sviluppo e i risultati del programma globale di eradicazione del vaiolo avviato dall'OMS nel 1958 e intensificato a partire dal 1967 ... dichiara solennemente che il mondo e i suoi popoli hanno ottenuto la libertà dal vaiolo, una delle malattie più devastanti a manifestarsi con epidemie in molti paesi sin dai tempi più remoti, lasciando morte, cecità e deturpazione nella sua scia e che solo un decennio fa era dilagante in Africa, Asia e Sud America. »


Con questo annuncio, il 9 dicembre 1979, l'Organizzazione Mondiale dell Sanità dichiarò la totale vittoria contro il Vaiolo. Una delle malattie più terribili che l'uomo aveva conosciuto nella sua storia, fu dichiarata eradicata dal pianeta terra.

Era la prima volta che si poteva affermare la scomparsa di una malattia (la seconda avvenne nel 2011 con la peste bovina). L'ultimo caso di vaiolo era stato diagnosticato il 26 ottobre 1977 in Somalia (infatti negli ultimi anni della sua esistenza il Vaiolo poteva essere contratto solo nel Corno d'Africa). Vi fu in realtà un'altro caso di vaiolo contratto l'11 settembre 1978 da un biologo nei laboratori all'Università di Birmingham, uno dei centri che erano, al tempo, accreditati allo studio della temibile malattia.

Il vaiolo è stata una malattia conosciuta fin dal X secolo a.c. e che a partire dal Medioevo ha contribuito a decimare (e contenere) la popolazione. Solo nel XX secolo si stima siano morti da 300 a 500 milioni di persone. Nell'epidemia del 1967 si ebbero 15 milioni di casi e quasi 2 milioni di morti).

Nel 1796 il medico massone Edward Jenner produsse il vaccino che è stato usato per quasi due secoli e che ancora oggi è custodito in molti laboratori.

Il vaiolo era una malattia a contagio aereo, provocata da due virus della stessa famiglia (Variola major e Variola minor) e la cui caratteristica era la sintomatologia cutanea con vescicole che determinavano, una volta guarite, delle evidenti cicatrici. La mortalità era del 30-35% nelle forme maligne ed emorragiche. I motivi del decesso non erano del tutto chiari e investivano più aree, tra cui quelle immunitarie.

Interessante è il capitolo post-eradicazione. Dopo l'incidente del 1978 in Inghilterra, l'OMS consentì la conservazione del virus solo in due laboratori, uno per blocco: il CDC di Atlanta negli USA e il Vector di Koltsovo in Unione Sovietica.
Si stabilì che il 1993 fosse l'anno della distruzione, evento poi rinviato al 1999.
A seguito degli attentati alle Torri Gemelle del 2001 (nel 2002 negli USA furono fatte volontariamente delle vaccinazioni contro il vaiolo), la paura dell'utilizzo di armi biologiche portò l'OMS, nel 2002, a decidere di autorizzare temporaneamente la conservazione del virus ad entrambi i laboratori. Ancora oggi, le due grandi potenze, detengono il virus del vaiolo.