mercoledì 1 agosto 2018

2 agosto 1944, l'epilogo dello sterminio dei sinti e dei rom

"Il giorno dopo nel campo regnava un silenzio spettrale"

Il 2 agosto 1944 è una data drammatica per le comunità sinti e rom europee. Quel giorno infatti, mentre già si intravedeva la sconfitta tedesca, nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, nella sezione Zigeunlager (il campo degli zingari) venivano uccisi 2.897 donne, uomini e bambini rom e sinti. Tutti i presenti nel "campo zingaro" vennero gasati e i loro corpi bruciati. Le urla dei bambini si mischiavano ai pianti delle donne e degli uomini, che impotenti si avviavano verso il loro crudele destino.


Il genocidio della comunità sinta e rom durante l'olocausto - conosciuta con il nome Porrajmos - è passata sempre in secondo piano rispetto a quello, sicuramente numericamente maggiore, degli ebrei. Non si è mai calcolato con certezza quanti furono gli "zingari" sterminati durante il periodo nazista, sebbene tutti gli storici pongono il numero tra i 500 e 600 mila.
Così come è sempre stato difficile ricordare e commemorare non solo questa data ma l'intero sterminio degli zingari avvenuto in quei tristi anni. 
"Perché loro possono essere fastidiosi, possono puzzare, possono rubare, e quindi… quindi cosa… nemmeno il rispetto…nemmeno il rispetto del dramma, il rispetto per un olocausto dimenticato", scriveva qualcuno centrando pienamente il nocciolo della questione.
Si, perché anche di fronte alla morte, al razzismo dilaniante, alle atrocità non si è uguali al cospetto degli uomini. E forse, oggi, più che ieri, questo fatto dovrebbe farci riflettere, dovrebbe aprire gli occhi a tutte le menti che non si fanno trascinare nel baratro del cinismo umano.

Se qualcuno ha voglia di approfondire vi segnalo, per partire, il sito dell European Roma Rights Centre (ERRC)

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