lunedì 16 settembre 2013

16-18 settembre 1982, il massacro di Sabra e Shatila

Sabra e Shatila (scritto anche Chatila) sono stati due campi profughi palestinesi allestiti alla periferia di Beirut Ovest. Il 16 settembre 1982, nel pieno corso di quella che è stata la guerra civile libanese (1975-1990), alle ore 18.00 le milizie cristiano-maronite falangiste, guidate da Elie Hobeika, entrarono nei campi. Usciranno solo due giorni dopo, lasciando sul campo, a seconda delle fonti da 460 a 3500 morti, quasi tutti donne, bambini e anziani.


L'escalation politico-militare che portò alla strage, si consumò lentamente, con un'accelerazione a partire dal 14 settembre, quando Bashir Gemayel, neo-eletto presidente cristiano-maronita del Libano, fu ucciso in un attentato (operato dai servizi segreti siriani in collaborazione con le forze mussulmane libanesi). Il giorno dopo, le truppe Israeliane, contravvenendo agli accordi, entrarono a Beirut Ovest (Israele aveva invaso il Libano con l'operazione denominata "Pace in Galilea" e da giugno, assediava Beirut). La ritorsione delle falangi, alleate degli israeliani, fu appunto la strage nei campi profughi, i quali campi erano presidiati dalle truppe israeliane (guidate dal futuro premier il generale Ariel Sharon, allora Ministro della Difesa e dal 2006 in stato vegetativo) che osservarono in silenzio.

La violenza fu inaudita anche considerato che, a seguito di faticosi accordi, quasi tutti gli uomini palestinesi erano stati evacuati dai campi. Donne violentate, bambini decapitati e mutilati, corpi lacerati e squartati: una mattanza, uno sterminio senza precedenti fatta sotto gli occhi, complici, di un paese "democratico" come Israele.

Sulla responsabilità di Israele per questa strage, mi piace ricordare le parole che pronuncio il Presidente della Repubblica Italiana Sandro pertini, il 31 dicembre 1983, eccole: "Io sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. È una cosa che angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quell’orrendo massacro. Il responsabile dell’orrendo massacro è ancora al governo in Israele. E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. È un responsabile cui dovrebbe essere dato il bando dalla società”.

Ecco il link ad un blog: Per non dimenticare Sabra e Chatila

Ecco il link (attraverso Globalist) dell'articolo di Robert Fisk, uno dei primi giornalisti ad entrare nel campo dopo la strage.

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