giovedì 13 marzo 2014

13 marzo 1881, assassinato lo zar Alessandro II

Sono le 14.00 del 13 marzo 1881 a San Pietroburgo, quando lo zar Alessandro II rientra a Palazzo d'Inverno con la sua carrozza, dopo aver svolto la sua pratica di equitazione. Una bomba esplode al suo passaggio, lasciandolo illeso. L'imperatore, sceso dalla carrozza e soccorsi i feriti, viene colpito da una seconda esplosione che lo uccide sul colpo. Il bilancio complessivo dell'attentato furono 3 vittime e 20 feriti. 


Finì così l'esistenza di Aleksandr Nikolaevic Romanov, nato nel 1818, figlio dello Zar Nicola I a cui successe il 2 marzo 1855. Nei suoi quasi 30 anni di regno, lo zar fu ricordato anche per la legge che emancipò, nel 1861, i servi della globa.

Ad uccidere l'imperatore fu un gruppo anti-zarista chiamato Norodnaja Volja (Volontà del popolo), nato nel 1879, e secondo gli storici embrione del pensiero anarchico russo e più in generale dei movimenti rivoluzionari. A guidare il gruppo - oltre agli autori materiali - erano di fatto due donne Sofia Perovskaya (che fu condannata a morte e giustiziata il 15 aprile 1881) e Vera Figner (che fu arrestata nel 1983, condannata a morte con pena commutata in ergastolo e amnistiata nel 1905).

L'assassinio dello zar, contrariamente alle aspettative degli autori, non generò un diffuso fervore rivoluzionario e l'abbattimento dell'autorità reale, bensì l'ultima difesa popolare della dinastia.
Del resto sarebbe anche riduttivo ridurre i moti anti-zaristi ad un manipolo di facinorosi. Il pensiero che si sviluppò attorno agli ambienti anarchici russi, influenzò in modo determinante le idee rivoluzionarie che dalla Russia si estesero verso il mondo intero a partire della fine del 1800.

nello stesso giorno avvenne anche:
- 13 marzo 1954 - Inizia la battaglia di Dien Bien Phu

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