martedì 11 marzo 2014

11 marzo 2004, gli attentati a Madrid


La mattina dell'11 marzo 2004, a soli tre giorni dalle elezioni politiche in Spagna, 4 ordigni esplosero, quasi simultaneamente in quattro treni locali a Madrid, particolarmente affollati al quell'ora. In pochi minuti, dalle 7.39 alle 7.42, si consumò una vera e propria strage che alla fine portò alla morte 191 persone (177 immediatamente) e al ferimento di 2057 persone. Si trattava del secondo peggior attentato terroristico (in termini di vite umane) avvenuto in Europa dopo l'abbattimento dell'aereo della Pan Am sui cieli di Lockerbie nel 1988.

Questi i crudi fatti. 

Nelle ore successive avvenne qualcosa di strano. Il governo del popolare Josè Maria Aznar, indicò subito e senza incertezze, come responsabili dell'attentato i separatisti baschi dell'ETA. La tesi resse poco, per varie ragioni, non ultima il fatto che l'ETA nella sua storia aveva sempre immediatamente rivendicato qualsiasi azione. Gli spagnoli capirono che il governo aveva usato la strage ai fini elettorali e non perdonò ad Aznar questa imprudenza.
Le elezioni diedero la vittoria, a sorpresa, del socialista Josè Luis Zapatero.

Le indagini portarono alla rete islamica di Al-Qaida (e in modo specifico ad una cellula autonoma) e il successivo processo portò a dure condanne per alcuni degli esecutori (quasi tutti di nazionalità marocchina).

Come avviene spesso in questi casi, tra errori, depistaggi, complicità e incertezze, è difficile conoscere come effettivamente si sono svolti i fatti. Perfino le verità giudiziarie risultano essere parziali. Sono le vittime, quelle si, sono reali.


L'11 marzo avvenne anche:

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