lunedì 15 dicembre 2014

15 dicembre 1969, quando Pinelli volò fuori dal balcone


La storia di Giuseppe Pinelli è una vicenda drammatica e allo stesso tempo complessa. La sera del 12 dicembre 1969, poche ore dopo lo scoppio della bomba in Piazza Fontana, l'anarchico Giuseppe Pinelli fu arrestato assieme ad altri 83 esponenti della sinistra estrema e dei gruppi anarchici. Il commissario di polizia Luigi Calabresi e il questore Guida, la matrice di quella strage, la prima in Italia, era anarchica.

Giuseppe Pinelli, ferroviere di 41 anni, era molto attivo nel circolo anarchico. Il 15 dicembre 1969, poco prima della mezzanotte, e dopo 3 giorni di fermo (illegale) in questura, volò giù dal quarto piano della Questura di Milano.

Il suo interrogatorio è condotto dal Commissario Luigi Calabresi, da altri quattro poliziotti e da un carabiniere. Pinelli vola giù dal balcone.

Il mondo della sinistra accusa la polizia di averlo spinto giù (la dinamica dell'incidente e perfino se il commissario Calabresi era nella stanza al momento della caduta non è mai stata chiarita).
Certo è che se nell'immediato il questore parlò di "suicidio come ammissione di colpa", in breve si apprese non solo che Pinelli era completamente estraneo alla vicenda, ma che il suo non fu un suicidio.
Nello stesso giorno fu anche arrestato Pietro Valpreda, un altro anarchico, la cui lunga vicenda giudiziaria si concluse con la totale estranietà ai fatti.

Nel 1975 un'indagine condotta dal Procuratore Gerardo D'Ambrosio (più noto negli anni '90 per Mani Pulite) concluse che quello di Pinelli fu un "malore attivo", ovvero un malore che gli fece perdere l'equilibrio. Insomma, un neologismo per non accertare la verità.

L'ultima vicenda di questa triste storia fu l'assassinio, nel 1972, di Luigi Calabresi ritenuto da molti il responsabile del volo di Pinelli.

La storia della Strage di Piazza Fontana, era solo invece, agli inizi.

Intervista del 2002 alla vedova di Pinelli


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