giovedì 21 febbraio 2013

21 febbraio 1965, la fine di Malcolm X




Il 21 febbraio 1965, Malcolm Little (per tutti Malcolm X) stava iniziando a parlare dal palco del Manhattan's Audubon Ballrom, quando tre uomini, gli scaricarono addosso 16 colpi di pistola e fucile. Finì così, a 39 anni, l'intensa e controversa vita di uno dei simboli americani. Ad ucciderlo furono tre attivisti della Nazione dell'Islam subito catturati: Talmadge Hayer (l'unico reoconfesso), Norman Butler e Thomas Johnson. Hayer è uscito dal carcere nel 2010, dopo aver scontato 45 anni.

La storia e la vita di Malcolm X sono state controverse e spesso al limite, e non tutto è ancora chiarito. Certo è che l'evoluzione del suo pensiero (e soprattutto delle sue azioni) è stato repentino e complesso.


Malcolm Little era nato nel Nebraska il 19 maggio 1925. Trasformò il suo cognome in X, perchè agli schiavi un tempo veniva assegnato il cognome del padrone (Little fu quello assegnato ai suoi antenati). Il padre, un predicatore, morì sotto un tram nel 1931 (Malcolm sostenne che fu assassinato per questioni razziali). La madre, meticcia (era figlia di una donna violentata da un bianco) finì, a seguito della morte del marito, per cadere in una forte depressione e Malcolm fu affidato, nel 1939, a dei tutori. Dopo il diploma, dove era stato un bravo studente, abbandonò gli studi e visse di espedienti conoscendo il carcere, la droga e molteplici attività illegali. Fece il lustra scarpe e il cameriere e infine si trasferi ad Harlem. Condannato a 10 anni di reclusione (per furto e possesso di armi) il 12 gennaio 1946. Nel 1948 mentre era in carcere ebbe modo di conoscere la setta islamica nazionalista "Nations of Islam" (NOI). Rimase affascinato dagli insegnamenti del suo leader Elijah Muhammad. Uscito dal carcere nel 1952 divenne il "vice" di Elijah. Si sposò nel 1958 ed ebbe sei figli (l'ultimo nato dopo la sua morte). Nel 1963 iniziò ad allontanarsi dal movimento Nations of islam, uscendone definitivamente, ed in modo polemico, agli inizi del 1964. Nello stesso anno si recò in pellegrinaggio alla Mecca, dove torno con un pensiero ancora mutato che affermava che "l'islam era capace di abbattere qualsiasi barriera razziale" e che "da quando alla Mecca ho trovato la verità, ho accolto fra i miei più cari amici uomini di tutti i tipi - cristiani, ebrei, buddhisti, indù, agnostici, e persino atei! Ho amici che si chiamano capitalisti, socialisti, e comunisti! Alcuni sono moderati, conservatori, estremisti - alcuni sono addirittura degli "Zio Tom"! Oggi i miei amici sono neri, marroni, rossi, gialli e bianchi". Il suo pensiero stava iniziando ad abbracciare tutte le lotte dei neri, in ogni angolo del pianeta, e questo a qualcuno certo non comodava.

Il 14 febbraio 1965, una settimana prima del suo assassinio, la famiglia di Malcolm X sopravvisse ad un attentato dinamitardo, poco prima qualcuno aveva tentato di avvelenarlo.
Ai suo funerali ad Harlem, parteciparono un milione e mezzo di persone.

Si è sempre cercato di rinchiudere in una sorta di vendetta (anche per non nobilissimi motivi) all'interno del Nations of Islam la morte di Malcolm X. Sicuramente era diventato un uomo potente, scomodo e che conquistava sempre di più le menti delle nuove generazioni, non solo nere. Per qualcuno andava eliminato.

Su Malcolm X è stato girato da Spike Lee nel 1992 un monumentale film sulla sua vita.

Ecco il sito ufficiale di Malcolm X
Questo è invece un sito italiano dedicato a Malcolm X

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