lunedì 12 maggio 2014

12 maggio 1977: l'assassinio di Giorgiana Masi

Quel 12 maggio del 1977, Giorgiana Masi aveva 19 anni e frequentava il quinto anno del Liceo "Pasteur" di Roma. Verso le 20.00 si trovava nella manifestazione indetta dal Partito Radicale per celebrare il terzo anniversario della vittoria del referendum sul divorzio e per raccogliere le firme per la nuova campagna referendaria.
La manifestazione protestava anche contro il divieto, imposto dal Ministro degli Interni Francesco Cossiga, di sospendere tutte le manifestazioni fino al 31 maggio.


Il 1977 è stato una anno caldissimo in Italia. Da una parte ogni manifestazione diventava motivo di aspri scontri e di violenze da ogni parte. Erano già stati parecchi i feriti e i morti tra i manifestanti e tra le forze dell'ordine. Si era anche, bisogna dirlo, nel pieno di quella "strategia della tensione" che aveva l'obiettivo di creare panico e paura e indurre il governo e la polizia a decretare una "stato di emergenza" riducendo così i diritti civili. Si era all'interno dell'ignobile storia italiana di depistaggi e false prove nei processi per le stragi, attuata dai nostri servizi segreti e da anime oscure. Il 18 gennaio era iniziato a Catanzaro il quarto processo per la Strage di Piazza Fontana, mentre a Torino il 27 aprile in occasione della ripresa del primo processo al nucleo storico delle Brigate Rosse, era stato ucciso il Presidente dell'Ordine degli avvocati, Fulvio Croce.

E' in questo clima, che una pallottola (esplosa verosimilmente da agenti in borghese o da infiltrati con lo scopo di far crescere la tensione) colpì all'addome la povera Giorgiana. I tentativi di salvarla furono inutili. A soli 19 anni morì in una corsia di ospedale.Negli scontri furono feriti anche un carabiniere, Francesco Ruggeri e un'altra ragazza Elena Ascione.

Il Ministro degli Interni Francesco Cossiga si apprestò subito ad escludere che a sparare fosse stata la polizia (vi sono fotografie in cui si vedono uomini dello stato in borghese, impugnare pistole dello stesso calibro di quella che uccise la Masi), salvo poi nel 2007 dichiarare "sono uno delle cinque persone che conosce l'assassino di Giorgiana Masi".

Nel 1981 il giudice incaricato delle indagini dovette arrendersi all'evidenza di non poter procedere non avendo nessuno da incriminare.

La storia della Masi, proprio a seguito delle dichiarazioni di Cossiga, non è conclusa. Da più parti si chiede una riapertura delle indagini e una commissione parlamentare d'inchiesta.

A quasi 40 anni di distanza, la verità è ancora lontana.

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