lunedì 2 marzo 2015

2 marzo 2003: le "nuove Brigate Rosse"

Il 2 marzo 2003 sul treno regionale Roma-Firenze, all'altezza di Castiglion Fiorentino avviene una fatto grave (una sparatoria) che porterà a scoprire i nuovi protagonisti del terrorismo italiano. Durante un normale controllo della polizia ferroviaria, vengono chiesti a due persone i documenti. Sono Mario Galesi (marchigiano, ma romano di adozione,  37 anni, irreperibile alla giustizia dal 1998) e Nadia Desdemona Lioce (pugliese, ma trasferitasi a Pisa, 44 anni, assistente sociale). La risposta è immediata, pistola alla mano, Galesi spara alla gola e uccide il sovrintendente di polizia Emanuele Petri (umbro, 48 anni, da 30 anni in Polizia). Gli altri due poliziotti Giovanni Di Fronzo e Bruno Fortunato  (ferito anch'esso, morirà suicida nel 2010) reagiscono e colpiscono Galesi (morirà in Ospedale poche ore dopo) e catturano la Lioce.
Al momento non è chiara la situazione. La violenta e immediata risposta dei due fanno subito pensare ad un'organizzazione terroristica. Solo attraverso l'analisi dei computer in loro possesso si scoprirà la connessione tra i due e gli omicidi di Massimo D'Antona (1999) e di Marco Biagi (2002). Si scoprirà inoltre l'esistenza di una struttura organizzativa terroristica con alcune similitudini con le Brigate Rosse (che di fatto risultano disciolte alla fine degli anni '80), tanto che si inizia a parlare, con forse eccessiva leggerezza, di Nuove Brigate Rosse.

Il 24 ottobre 2003, grazie alle indagini partite dall'arresto della Lioce, furono arrestati altri 8 "brigatisti" imputati degli omicidi D'Antona e Biagi. Tra di essi anche Cinzia Banelli, che l'anno dopo, nel 2004, divenne un collaboratore di giustizia, permettendo agli inquirenti di portare a processo l'intero gruppo delle nuove BR.

La vicenda processuale iniziata a fine 2004, si è chiusa il 27 ottobre 2009, quando in secondo grado la Cassazione ha confermato l'ergastolo per la Lioce, per Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi (suicida in carcere a Rebibbia nel 2009, tre giorni dopo la notizia della condanna). Pene inferiori per Laura Proietti, Federica Saraceni, Simone Boccaccini e la pentita Banelli.

Se la storia delle Brigate Rosse ha ancora molti lati oscuri o comunque non del tutto chiari, quella delle "Nuove Brigate Rosse" appare come un libro aperto in cui, con i processi del primo decenni del 2000, tutto è stato detto.

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