lunedì 12 giugno 2017

12 giugno 1963: l'assassinio di Medgar Evers

Il nome ed il volto di Medgar Evers a molti dicono poco. Eppure alla sua persona e al suo sacrificio i neri d'America, in particolare, e più in generale l'Umanità, devono molto.
Medgar Wiley Evers era nato a Decatur nel Mississippi il 2 luglio 1925, in un epoca in cui essere nero in America non era una passeggiata. Nonostante questo, combattè sotto la bandiera  a stelle e strisce durante la Seconda Guerra Mondiale in France congedandosi con onore e con il grado di Sergente. Si laureo poi alla Alcorn State University nel 1952.
Iniziò allora la sua militanza politica a favore dei diritti civili dei neri d'America. Ma, il gesto che lo portò ad essere conosciuto da tutti, fu il tentativo di iscrizione alla Mississippi University nel febbraio 1954. L'iscrizione ad una Università dedicata solo ai bianchi fece scalpore e nonostante la sua domanda fosse stata respinta, Evers fece causa all'Università.
Il fatto fu cavalcato dalla National Association for the Advancement of Colored People (NAACP) e portò alla storica sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti che, nel 1954, diede ragione alla NAACP e dichiarò incostituzionale la segregazione razziale.
La lotta di Evers per i diritti civili si intensificò. Sostenne la battaglia che portò nel 1962 la Mississippi University a far iscrivere il primo studente nero (James Meredith).
Partecipò attivamente - travestendosi da raccoglitore di cotone - alla indagini sulla morte di Emmett Till (28 agosto 1955), un ragazzino di 14 anni - torturato e assassinato - da un gruppo di bianchi (picchiato, gli fu tolto un occhio, fu infine sparato, avvolto in un ferro spinato e gettato nel fiume) che vennero tutti assolti da una giuria di bianchi.
Divenne così un leader della lotta dei neri e con il crescere della sua fama cominciarono i problemi. La sua casa fu colpita con una bottiglia molotov il 28 maggio 1963, il 7 giugno fu quasi investito e infine il 12 giugno 1963 fu ucciso a Jackson con un colpo di fucile alla schiena.
Una decina di giorni dopo, un bianco (Byron De la Beckwith), membro del Ku Klux Klan fu arrestato per il suo omicidio. Durante i processi che si tennero due giurie di soli bianchi non trovarono l'accordo e De la Beckwith non fu condannato.
Alla vicenda di Evers furono dedicate canzoni (da Dylan a Nina Simone, da Phil Ochs a Malvina Reynolds.
Solo nel 1994, trent'anni dopo, De La Beckwith, che oramai aveva 74 anni, è stato nuovamente processato e condannato all'ergastolo (dopo 30 anni vissuti da uomo libero) E' morto in carcere nel 2001.

Evers è stato uno dei tanti, tantissimi, attivisti che hanno speso la loro vita contro il razzismo. Spesso hanno, assieme alle loro famiglie, pagato caramente le loro scelte ma, hanno saputo restituire all'intera Umanità l'orgoglio di essere una grande famiglia, dove non è il colore delle pelle a fare le differenze tra gli uomini ma, il cuore che non ha nessun colore.