martedì 15 ottobre 2013

15 ottobre 1987, l'assassinio di Thomas Sankara


"Il sole rosso della stagione delle piogge scende lentamente dietro le palme del complesso detto "l'Intese" a Ouagadougou. Dietro le barriere, un pugno di case bianche, un salone delle conferenze di cemento armato e vetro...... Giovedì15 ottobre 1987,ore 16 e trenta: una colonna di piccole auto - Renault 6 nere - lascia la strada asfaltata, svolta sulla pista di terra rossa, entra nel recinto. Nella sala deve iniziare la sezione straordinaria del Consiglio Nazionale delle rivoluzione del Burkina. I sicari sono appostati nelle prime case, vicino alla barriera d'entrata e nei cespugli che costeggiano il sentiero. Una granata dilania l'auto di testa. Paulin Bamoumi, addetto stampa della presidenza, Frederic Ziembie, consigliere giuridico, sono uccisi sul colpo. Sankara e nove guardie riescono a rifuguarsi nel padiglione più vicino. Appiattiti a terra nel corridoio reagiscono. Ma il padiglione è accerchiato. Una granata viene buttata all'interno. Sankara, ferito dice: "E' inutile. Vogliono me". Si alza. E' sereno. Si dirige verso la porta. Una raffica di Kalashnikov crivella il suo corpo. I sicari assassaltano il padiglione e sparano su tutto ciò che vive. Per molti dei colpiti l'agonia è lunga. Sankara agonizza per più di quaranta minuti nella polvere rossa del sentiero. Il suo sangue si mescola alla terra". Così Jean Ziengler, in La vittoria dei vinti (Edizioni Sonda, 1992) descrive la fine diThomas Sankara e della sua rivoluzione burkinabè.
Su come avvenne l'assassinio di Thomas Sankara vi sono alcune versioni differenti da parte dei testimoni, anche se di poco conto, come qella che dice che fu ucciso appena uscito dall'auto (e non dopo essersi rifugiato nel padiglione), al grido del capo delle guardie "Uccidetelo!". La cosa che invece, a oltre 23 anni dall'omicidio, si continua a chiedere è giustizia sulla sua morte. Che gli assassini fossero guidati da Blaise Compaore, attuale presidente del Burkina Faso, amico e compagno d'armi di Sankara, legato al padre fondatore della vicina Costa d'Avorio Felix Houphouet Boigny (che aveva definito Sankara il "figlio ribelle"), con la complicità di servizi e potenze straniere, sembra cosa certa. Vi posto questo breve video tratto dalla trasmissione televisiva Ombre africane di Silvestro Montanaro in cui alcuni protagonisti - legati al criminale di guerra Charles Taylor, ricostruiscono una versione (che ovviamente non è oro colato) sull'omicidio di Sankara.



Proprio perchè la verità è complessa, da tempo il sito Thomas Sankara Net(che contiene tra l'altro un grande raccolta di testimonianze, articoli e materiali multimediali sulla figura di Sankara) ha aperto una campagna per chiedere giustizia internazionale (come si è fatto per molte altre situazioni che hanno interessato l'Africa) sulla morte di Thomas Sankara.
Vi segnalo anche il gruppo Facebook di Patrizia Donadello "Giustizia per Thomas Sankara", legato alla stessa campagna.

L'assassinio di Thomas Sankara (nella foto la sua tombaè stata una tragedia per l'intera Africa.Ma pensate che un uomo, un capo di stato, un giovane militare, un presidente che stava ottenendo ottimi risultati sul piano sociale, che ebbe il coraggio di dire al mondo "Ci hanno prestato i soldi gli stessi che ci hanno colonizzato. Il debito non è che neocolonialismo ed è controllato dall'imperialismo. Dopo essere stati schiavi, siamo ora schiavi finanziari. Se non paghiamo, i creditori non moriranno di certo. Ma se paghiamo, moriremo noi. Dobbiamo avere il coraggio di dire soltanto: siete voi ad avere ancora dei debiti, tutto il sangue preso all'Africa", poteva rimanere vivo negli anni '80?
Conoscere la verità è oggi una giusta richiesta.

Vi segnalo - per chi vuole approfondire la storia di Sankara - l'ottimo lavoro di Carlo Batà "L'Africa di Thomas Sankara".

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dal blog Sancara

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