giovedì 16 gennaio 2020

16 gennaio 1920, il proibizionismo negli Stati Uniti

Il 16 gennaio 1920 segna una data in cui il mondo viene, definitivamente cambiato. Quel giorno infatti entrava in vigore, negli Stati Uniti, il XVIII emendamento alla Costituzione (approvato nel 1919) che vietava il consumo e la produzione di alcolici nel Paese. Il testo in modo scarno recitava "A partire da un anno dopo la ratifica del presente Articolo, e per effetto dello stesso, sono vietati entro i confini degli Stati Uniti la fabbricazione, la vendita e il trasporto - a scopo di consumo - di bevande alcoliche, nonché l'importazione e l'esportazione delle medesime da e per gli Stati Uniti e tutti i territori soggetti alla di loro sovranità". Si trattava di un fatto che sebbene apparentemente di "scarsa" importanza avrebbe inciso fortemente sulle vicende che si sono succedute fino ad oggi. 


Se è vero, che  l'atto di proibizione, dopo aver prodotto notevoli danni, fu ritirato pochi anni dopo (il 5 dicembre 1933), il principio a cui si ispirava "il proibizionismo" sarebbe diventato il dogma su cui si sono basate le politiche di tutti i Paesi del mondo, almeno finora.
Ma, la cosa drammatica prodotta dal quel periodo storico è stato il principio che qualsiasi cosa proibita, che ha un grande mercato, può essere il fulcro di grandiosi arricchimenti.
Se alla proibizione dell'alcol (dovuta ad una forte pressione delle Società per la Sobrietà e da gruppi politici moralisti) si deve la nascita dei "gangster" (tra tutti Alphonse Gabriel "Al" Capone), ovvero criminali che dai traffici illegali di alcol hanno costituito la loro fortuna e il loro potere (coniugando quel termine, anni dopo molto caro ai narcotrafficanti, "denaro o piombo") ed essa si deve anche, per diretta "discendenza", la nascita e la crescita esponenziale del narcotraffico.

Senza grandi giri di parole a partire da quel famigerato 16 gennaio 1920 si è affermato il principio per il quale, maggiormente gli Stati sovrani proibiscono alcune sostanze, maggiormente gruppi criminali organizzati ne ricavano grandi guadagni. Guadagni capaci di conquistare potere e successivamente di incidere sulle politiche. Ad un secolo di distanza il risultato è che le organizzazioni criminali del narcotraffico gestiscono enormi quantità di denaro, controllano Stati (è stato coniato il termine di narco-democrazia) e oramai sono presenti in una grande fetta dell'economia cosiddetta legale.
Mentre loro si arricchiscono (molto) lasciando sul campo morti (dirette e indirette) e devastazioni sociali, i governi investono cifre esorbitanti per controlli, sicurezza e cure. 

La fine del proibizionismo dell'alcol (alle ore 17.27 del martedì 15 dicembre 1933) fece impennare le entrate del Governo (tassazione sugli alcolici), vennero creati quasi un milione di posti di lavoro (industria dell'alcol) e distrusse, da un giorno all'altro, gli affari delle bande criminali
Poco dopo le organizzazioni criminali si gettarono nella commercializzazione di prodotti ancora più vantaggiosi!

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