venerdì 4 agosto 2017

4 agosto 1974: la strage dell'Italicus

Erano le 1.23 quel 4 agosto 1974, quando a San Benedetto val di Sambro, poco distante da Bologna, nel treno espresso 1436 (cosi' si chiamavano allora i treni) Roma-Monaco, nella quinta vettura, esplose una bomba ad alto potenziale. Il treno si trovava alla fine di una lunga (quasi 18 chilometri) galleria (e questa fu una fortuna).


I morti furono 12 (14 anni il più piccolo, 70 il più vecchio), 48 i feriti.
Come tutte le stragi di quel periodo (nell'ordine Piazza Fontana, Piazza della Loggia e poi quella della Stazione di Bologna) a distanza di oltre 40 anni nessuna verità è stata mai confermata.

Nonostante vari processi (dove tutti gli imputati sono stati assolti), molti depistaggi e due opposizioni di segreto di stato, non si hanno certezze.

E' chiaro che:

- furono coinvolti ambienti neofascisti (come oramai chiaro per tutte le stragi del periodo della strategia della tensione);
- la loggia P2 ebbe un ruolo;
- i servizi segreti italiani furono coinvolti.

Come molte storie tristi, anche la strage dell'Italicus, ha il suo eroe. Si chiamava Silver Sirotti, aveva 25 anni, era da 10 mesi stato assunto nelle Ferrovie dello Stato ed è stato uno dei morti della strage. Sirotti che era scampato alla bomba, decide di tornare indietro verso la carrozza dove c'era stato lo scoppio, con un estintore in mano. Alcuni tentano, invano,  di fermarlo. Non si sa con esattezza quante persone contribuì a salvare. Si sa solo che da quella carrozza non tornò mai indietro.

Ecco un approfondimento

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