venerdì 9 dicembre 2016

10 dicembre 1948: la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza"

Il 10 dicembre 1948 fu firmata a Parigi, al Palais de Chaillot,  la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, un documento fondamentale, promosso dalle Nazioni Unite che costituisce il primo documento che sancisce universalmente i diritti che spettano all'essere umano.

Fu votata allora da 48 paesi, mentre 8 (Bielorussia, Cecoslovacchia, Polonia, Arabia Saudita, Ucraina, Sudafrica, URSS e Yugoslavia) si astennero per diverse ragioni: l'articolo 13 (la libertà nel proprio paese e il diritto di lasciarlo) e la scarsa condanna del fascismo per il blocco sovietico, l'articolo 18 per l'Arabia (il diritto di cambiare religione)  e l'apartheid per il Sudafrica.

La dichiarazione - che fu prodotta subito dopo la fine della Seconda Guerra mondiale - è il frutto di una elaborazione nata da alcuni documenti e principi etici che hanno accompagnato la storia europea.

La Dichiarazione è composta da un preambolo e da 30 articoli che sanciscono diritti individuali, civili, politici, economici, sociali e culturali di ogni persona.

E' inutile negare che la Dichiarazione è stata alla base di molte conquiste che hanno accompagnato, almeno in una parte del mondo, tutto il XX secolo, contribuendo a creare orizzonti per ogni sistema politico del pianeta. Allo stesso tempo, non si può che accettare, purtroppo, che molti articoli sono ancora completamente disattesi in molti angoli del pianeta.

Ecco la Dichiarazione dal sito delle Nazioni Unite

Dal sito del Centro di Diritti Umani dell'Università degli Studi di Padova ecco un commento alla Dichiarazione

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