mercoledì 28 maggio 2014

28 maggio 1974 : Piazza della Loggia

Erano le 10.12 quel 28 maggio del 1974, quando in Piazza della Loggia a Brescia si svolgeva una manifestazione contro il terrorismo neofascista a Brescia, organizzata dai Sindacati. Da un cestino dell'immondizia, proprio sotto i portici, esplose una bomba.
8 morti e 102 feriti, questo il bilancio del vile attentato.


La strage, che subito indirizzava verso responsabilità del terrorismo nero, si inseriva in quel contesto che oggi chiamiamo "strategia della tensione", che era iniziata il 12 dicembre 1969 con la Strage di Piazza Fontana a Milano e si chiuse (con code che continuarono nel tempo) il 2 agosto 1980 con il massacro della Stazione di Bologna.


Una strategia che ha coinvolto sicuramente estremisti neofascisti (Ordine Nuovo e Avanguardia nazionale in particolare), i servizi segreti e gli apparati dello stato italiano e quasi sicuramente strutture sovranazionali. 

In estrema sintesi, e semplificando molto, la strategia aveva due obiettivi: da un lato bloccare l'avanzata comunista in Italia e dall'altra mirava, soprattutto dopo il golpe dei colonnelli in Grecia (1967), a costituire una asse dei paesi mediterranei (Portogallo, Spagna, Grecia e appunto Italia) retti dalle destre più estreme.

La strage di Piazza della Loggia, così come tutte le altre stragi, ha avuto una lunghissima e travagliata storia giudiziaria, che in questi 40 anni non è stata in grado di fornire una "verità" e dei "colpevoli".

Dopo essere stati inquisiti i neofascisti Pierluigi Concutelli, Mario Tuti e Ermanno Buzzi (quest'ultimo ucciso dagli altri due nell'aprile 1981), saranno definitivamente assolti. Un'altro filone d'inchiesta porterà ad indagare sugli esponenti di Ordine Nuovo Veneto (Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi e Maurizio Tremonte), che dopo essere stati condannati in primo grado, sono stati tutti assolti in secondo grado (2012) e infine solo Maggi (mandante) e Tremonte (esecutore) sono stati condannati in terzo grado (2014). 
Ma, la verità giudiziaria, è ben lontana dalla verità.

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