martedì 19 marzo 2013

19 marzo 2002, assassinato Marco Biagi


Il 19 marzo 2002, intorno alle 20, Marco Biagi, giuslavorista, docente alla facoltà di Economia di Modena e consulente del Ministro del Lavoro Roberto Maroni, si avvia verso casa in bicicletta. Alle 20.07, giunto sotto casa, un commando di terroristi lo uccide.

L'attentato - che a distanza di tre anni colpisce un'altro esperto di diritto del lavoro e consulente del Ministero del Lavoro, con la stessa arma - è rivendicato (ecco il testo integrale) dalle Nuove Brigate Rosse con uno stile e un linguaggio che molto ricorda quello degli anni '70.
Marco Biagi, 52 anni, lavorava alla riforma del mercato del lavoro (in molti ambienti era considerato come "l'intentore della precarietà" o come colui che stava affossando l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori), aveva già ricevuto minacce di morte, ma solo un mese prima gli era stata revocata la scorta.

A colpirlo fu un commando di cinque persone (due nel gruppo di fuoco) che anni anni dopo è stato identicato in Nadia Desdemona Lioce, Roberto Morandi, Marco Mezzasalma, Simone Boccacani e Diana Blefari Melazzi ( quest'ultima suicida nel 2009 in carcere).

Naturalmente attorno all'omicidio Biagi non sono mancate polemiche (come quelle sul suo ruolo e sulla sua scorta), gaffe (come quelle che hanno costretto alle dimissioni il Ministro Scajola), accuse ingiuriose (come quella alla CGIL accusata di essere il mandante dell'omicidio) o misteri (come il finto suicidio del consulente che indagava sul fatto, Michele Landi). Insomma così come le modalità dell'attentato sono state simili al passato, così pure l'inchiesta e la risposta dello Stato.

1 commento:

  1. Pure i fiori gli hanno portato a sta merda... Milioni di disoccupati, milioni senza diritto... troppo tardi

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