Il 2 marzo 2003 sul treno regionale Roma-Firenze, all'altezza di Castiglion Fiorentino avviene una fatto grave (una sparatoria) che porterà a scoprire i nuovi protagonisti del terrorismo italiano. Durante un normale controllo della polizia ferroviaria, vengono chiesti a due persone i documenti. Sono Mario Galesi (marchigiano, ma romano di adozione, 37 anni, irreperibile alla giustizia dal 1998) e Nadia Desdemona Lioce (pugliese, ma trasferitasi a Pisa, 44 anni, assistente sociale). La risposta è immediata, pistola alla mano, Galesi spara alla gola e uccide il sovrintendente di polizia Emanuele Petri (umbro, 48 anni, da 30 anni in Polizia). Gli altri due poliziotti Giovanni Di Fronzo e Bruno Fortunato (ferito anch'esso, morirà suicida nel 2010) reagiscono e colpiscono Galesi (morirà in Ospedale poche ore dopo) e catturano la Lioce.

Il 24 ottobre 2003, grazie alle indagini partite dall'arresto della Lioce, furono arrestati altri 8 "brigatisti" imputati degli omicidi D'Antona e Biagi. Tra di essi anche Cinzia Banelli, che l'anno dopo, nel 2004, divenne un collaboratore di giustizia, permettendo agli inquirenti di portare a processo l'intero gruppo delle nuove BR.
La vicenda processuale iniziata a fine 2004, si è chiusa il 27 ottobre 2009, quando in secondo grado la Cassazione ha confermato l'ergastolo per la Lioce, per Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Diana Blefari Melazzi (suicida in carcere a Rebibbia nel 2009, tre giorni dopo la notizia della condanna). Pene inferiori per Laura Proietti, Federica Saraceni, Simone Boccaccini e la pentita Banelli.
Se la storia delle Brigate Rosse ha ancora molti lati oscuri o comunque non del tutto chiari, quella delle "Nuove Brigate Rosse" appare come un libro aperto in cui, con i processi del primo decenni del 2000, tutto è stato detto.
Altri avvenimenti del 2 marzo: